Oggi leggendo il manifesto mi sono soffermato sull'articolo scritto da Fausto Bertinotti.
L'ex segretario del PRC sostiene la tesi di dover formare una lista elettorale per le elezioni europee capace di rappresentare tutta la sinistra.
Il rischio, secondo Bertinotti, è quello di vedere la sinistra relegata in aree marginalistiche della politica e non capace di poter incidere sulle decisioni che verranno prese nei vari parlamenti, europeo o nazionale.
Io ho delle perplessità su quanto sostenuto dal compagno Fausto.
La sinistra unita ai soli fini elettoralistici è stata già bocciata alle elezioni politiche della scorsa primavera.
Molti compagni avevano creduto al progetto de La Sinistra L'Arcobaleno e si erano illusi che su quel progetto si potesse costruire la casa comune della Sinistra.
Le cose sono andate molto diversamente ed i congressi estivi hanno fotografato uno situazione di divisione e due soluzioni per uscire dalla crisi della sinistra italiana.
La prima soluzione è quella di Ferrero e di Diliberto e ciò arroccarsi sulle posizione settarie e massimaliste si una sinistra comunista e antagonista. Questa mi sembra una prospettiva che manca di lungimiranza e di legame con la società in cui viviamo.
La secondo soluzione è quella prospettata da Mussi, Fava, Vendola e parte dei Verdi e quindi la costruzione di un nuovo soggetto politico che dovrebbe chiamarsi La Sinistra.
Questo nuovo soggetto politico oggi è in una fase di gestazione che procede a piccoli passi.
Le elezioni europee possono essere viste come una sorta di passaggio di questa gestazione dove presentare il simbolo e alcuni punti del programma agli elettori.
Una Sinistra che pretende e credo di dover diventare una forza di governo non deve avere paura degli sbarramenti.
Penso che il confronto apertosi sul territorio fra i compagni e le compagne sia la base per un parto fecondo della nuova Sinistra italiana.
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