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giovedì 30 luglio 2009

Vi riporto di seguito un articolo apporso sul sito on-line del corriere della sera.
Mi sembra che nessun organo di stampa locale abbia riportato questa notizia.
Sarà un notizia di vita privata però io la prendo ad esempio per far vedere come si comporta la stampa locale.
Meditiamo gente, meditiamo
http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_29/Bonomi_i_manager_della_Sea_e_quella_missione_a_Dubai_sergio_rizzo_d454e55a-7c03-11de-bec1-00144f02aabc.shtml

Nel Paese arabo Il ragazzo si trovava in carcere per uno spinello

Bonomi, i manager della Sea
e quella missione a Dubai

Gli uomini della società inviati durante l’arresto del figlio del presidente

Da più di due anni ormai il padre pa­drone della Sea è Giuseppe Bonomi, uo­mo considerato fra i massimi esperti ae­roportuali italiani. Qualità certamente necessaria per sa­lire al vertice di un’azienda tanto impor­tante, ma in questo caso non sufficien­te. Già presidente una decina d’anni fa della società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, poi consigliere Anas e per un breve periodo anche pre­sidente dell’Alitalia, è di fede leghista e amicissimo di Umberto Bossi. Ed ha ac­canto a sé due fedelissimi: Cosimo Giu­lio De Metrio e Fabio Mangini. Tanto fe­deli da essere incaricati a metà novem­bre 2008 di compiere una missione deli­catissima negli Emirati arabi uniti. Mo­tivazione ufficiale, quella di perfeziona­re un importante accordo commerciale con la compagnia aerea di bandiera Emirates, intenzionata a moltiplicare i voli con destinazione Malpensa. Un ac­cordo presentato da Bonomi ufficial­mente alla stampa il 6 dello stesso me­se, una decina di giorni prima di quella missione singolare.

Sarà per pura coincidenza ma in quel periodo soggiornava a Dubai anche il fi­glio di Bonomi, Filippo, protagonista di una brutta avventura: la polizia loca­le lo aveva fermato mentre il volo che doveva portarlo in Australia faceva sca­lo tecnico. La ragione dell’arresto è la stessa che ha fatto passare a molti gio­vani cittadini occidentali esperienze si­mili: detenzione di una modica quanti­tà di stupefacenti. Il giovane Bonomi aveva uno spinello. Un peccato veniale, altrove. Ma un fatto del genere lì può causare problemi seri al malcapitato.

Tuttavia il giovane Bonomi se la sa­rebbe vista ancora più brutta se gli Emi­rati non avessero ammorbidito per pu­ro caso giusto qualche settimana prima le leggi in materia. E per sua fortuna la disavventura si è risolta con la scarcera­zione dopo un mese e mezzo. Avvenuta poco dopo la coincidenza della missio­ne commerciale dei collaboratori di suo padre. Coincidenza che non può non saltare agli occhi. Anche perché con De Metrio, certamente la persona più competente per trattare intese di quel genere, si è recato a Dubai anche Mangini, che di mestiere fa il superviso­re degli acquisiti e degli approvvigiona­menti, settore che con un accordo com­merciale internazionale c’entra come i cavoli a merenda.

L’intesa con Emirates, che si concre­tizzava proprio mentre era in svolgi­mento quell’antipatico fuori program­ma, è stata una delle varie iniziative per rilanciare Malpensa dopo il disimpe­gno dell’Alitalia, che aveva creato non pochi problemi alla Sea. Azienda che già proveniva da un pas­sato piuttosto travagliato, durante il quale il comune di Milano aveva pro­sciugato praticamente tutta la liquidità (almeno 200 milioni) che si era accu­mulata negli anni con gli utili. E che Bo­nomi ha deciso di sottoporre a una cu­ra radicale. Cominciando dal rafforza­mento delle posizioni di vertice.

Per esempio quella dello stesso De Metrio, protagonista della trasferta in terra araba, cui è stata affidata la super­visione di numerose direzioni oltre al ruolo di vice di Bonomi. Un compito an­cora più delicato di quello che ricopri­va in precedenza nonostante la sua con­temporanea posizione di amministrato­re e socio di una società di consulenza nel settore trasporti, la T. Consulting, che aveva fondato nel 2005 e della qua­le è socio anche l’ex direttore generale dell’Alitalia Giovanni Sebastiani. Un conflitto d’interessi sanato suc­cessivamente a una rivelazione di Pano­rama, nel marzo del 2009, con la cessio­ne delle quote avvenuta il 17 aprile. Det­taglio curioso: quella società di consu­lenza conta fra i suoi clienti la Ata del gruppo Acqua Marcia di Francesco Bel­lavista Caltagirone, azienda che gesti­sce l’aeroporto privato di Linate, a cui la Sea (prima che De Metrio si sgancias­se) ha rinnovato la concessione, in sca­denza nel 2022 (fra 13 anni!) fino al 2041.

Mangini ha invece la supervisione degli acquisti. Tutto ciò che riguarda forniture e appalti passa per le sue ma­ni. E non sono bruscolini. Ex braccio de­stro di Bonomi quando questi era consi­gliere Anas, non rimpiange di certo quel periodo, che gli costò un patteggia­mento per turbativa d’asta. Prima di ar­rivare alla società aeroportuale Mangi­ni, anch’egli varesino come Bonomi, era consigliere di Raffaele Cattaneo, as­sessore regionale alle infrastrutture e attualmente consigliere della Sea: la sua figura è quindi ritenuta di impor­tante snodo politico per gli equilibri in­terni. E qui si apre un capitolo centrale. Indipendentemente da chi siano i suoi proprietari, la società orbita chiara­mente nella sfera d’influenza della Lega Nord sulla scia dell’equazione: Malpen­sa uguale Varese. Vale a dire, il quartier generale del partito di Bossi. Controllo che il Carroccio esercita attraverso Bo­nomi ma di comune accordo con la par­te politica che fa riferimento al presi­dente della Regione Lombardia Rober­to Formigoni, ex leader di Comunione e Liberazione, rappresentata appunto dall’assessore (varesino) Cattaneo.

E gli azionisti? Non si può certamen­te dire che il Comune di Milano, con l’85% del capitale, abbia il boccino in mano. Figuriamoci poi la Provincia, che è il secondo azionista con «appe­na » il 14,5% delle azioni: non ha mai avuto un consigliere, né voce in capito­lo. Magari anche per questo Guido Po­destà si appresta a infrangere un tabù. Appena insediato, il nuovo presidente della Provincia di Milano dice infatti che la richiesta di una presenza nel con­siglio di amministrazione della Sea «è all’ordine del giorno». Ma difficilmente il potere del capo supremo verrà messo in discussione.

Dopo il ritorno alla Sea Bonomi ha ri­coperto il doppio incarico di presiden­te e amministratore fino a quando la Corte dei conti non ha sollevato ecce­zioni sul suo compenso. Allora si è di­messo dalla carica di amministratore, prontamente abolita, e il consiglio (in sua assenza) lo ha nominato direttore generale, con il risultato di incrementa­re anche il suo possibile stipendio da 560 mila a 650 mila euro. Non senza po­lemiche.

Durante l’assemblea che ha certifica­to un utile 2008 (anche a causa della vi­cenda Alitalia) praticamente azzerato, passato da 34 a 1,8 milioni, un piccolo azionista (Salvatore Donato) ha chiesto conto di quel fatto, sentendosi rispon­dere che «si tratta di una soluzione or­ganizzative che risulta adottata da altri grandi aeroporti, come Aéroports de Pa­ris, e, nell’ordinamento italiano, da al­tre grandi grandi società per azioni con capitale pubblico». E Bonomi ha citato il caso dell’Anas, dove «il presidente (Pietro Ciucci, ndr ) è diventato diretto­re generale». E la faccenda si è chiusa lì.

Sergio Rizzo
29 luglio 2009

mercoledì 29 luglio 2009

Maggioranza allo sbando

Ma come si fa a votare queste persone? Come si fa a dare credito ad ogni cosa che dicono?
Io penso che chi è al governo oggi fa delle grandi sparate.
E noi crediamo a tutto quello che dicono.
Non si sono accorti della crisi e le conseguenze sono state tragiche e saranno ancora più tragiche fra qualche mese se non si faranno degli interventi strutturali.
Parlano di dialetto nelle scuole, e io che pensavo che dovessimo parlare ed imparare l'Italiano!!!!
Dicono di voler fare il ponte sullo stretto di Messina mentre molto probabilmente i soldi finiranno nelle tasche della criminalità organizzata.
Ma ci rendiamo conto in che mani è il paese!!!!
Povera Italia!!!!

mercoledì 22 luglio 2009

Informazione dove sei?

Negli ultimi giorni il sito on line de La Repubblica e de L'Espresso hanno pubblicato le registrazioni avvenute fra la D'Addario e Silvio Berlusconi.
Io ho visto il Tg1 e il Tg2 e nei due telegiornali non si faceva menzione di una tale notizia.
Io penso che i fatti privati del premier debbano rientrare nella sua esclusiva sfera fino a quando questi non rispondano ad un interesse pubblico e non interferiscano con le funzioni del primo ministro.
Credo che in Italia ci sia un grave problema per quanto riguarda l'informazione e i suoi organi più seguiti.
Solo chi naviga in rete può ormai avere tutte quelle informazioni che alcuni giornalisti decidono di non farci conoscere.

domenica 19 luglio 2009

Appunti per Sinistra e Libertà Lombardia

sono felice della decisione presa in Lombardia di costituire un coordinamento regionale di Sinistra e Libertà.

Ora però bisogna decidere quali debbano essere le funzioni e i compiti di questo coordinamento regionale.

I problemi da affrontare sono tanti, ma penso che si possa trovare una soluzione a molti di questi se non a tutti, basta avere la voglia di un confronto sano, costruttivo e senza lo sguardo rivolto al passato, lontano o recente che sia.

Prima di tutto dobbiamo essere capaci di affrontare contemporaneamente due questioni: in primo luogo costruire il contenitore, il nuovo soggetto politico, e in secondo luogo rinnovare il modo di fare politica, di come siamo percepiti al di fuori dei luoghi rituali della sinistra, e trovare al contempo i contenuti fondativi sui quali vogliamo costruire questa nuova forza politica.

Per quanto attiene il Coordinamento regionale io penso che esso dovrà essere composto dai segretari/coordinatori dei movimenti e partiti che hanno dato vita a Sinistra e Libertà e allargato ai candidati e alle candidate lombardi/e di SeL.

I compiti del coordinamento regionale dovrebbero essere:

1) produrre una bozza di statuto e di carta dei valori da sottoporre al giudizio dei sostenitori/aderenti a SeL;

2) promuovere la formazione di coordinamenti provinciali in tutte le provincie della regione.

Svolto il suo compito il coordinamento dovrebbe essere sostituito da un organo eletto democraticamente e rappresentativo della base e dei territori.

Quanto detto fino ad ora presuppone il fatto che si inizi subito, fin da ora, un tesseramento di SeL al fine di arrivare entro la fine di ottobre ad un’assemblea lombarda di delegati che abbia il compito di approvare statuto, carta dei valori e nominare il nuovo coordinamento regionale.

Per il 2009 si potrebbe mantenere, per quelle forze che lo ritenessero ancora necessario, un doppio tesseramento (al partito/movimento di provenienza e a SeL) anche se ciò potrebbe costituire un elemento di attrito all’interno e di confusione all’esterno.

Per quanto riguarda la questione del nome di SeL personalmente non ho nessun tipo di pregiudiziale, ma non è certo aggiungendo le parole ecologia o ambiente che ci rendiamo più attenti al tema ambientale.

Penso che conti soprattutto il programma, il sentiero che tracceremo insieme e i fatti che sapremo produrre sul piano istituzionale e non solo.

Personalmente io avrei chiamato questa nuova forza “Partito Progressista” dove la parola progressista avrebbe avuto il significato non solo di riassumere le nostre storie passate, socialista, comunista, ambientalista, ma soprattutto di dare l’idea di una forza politica che guarda al futuro e quindi ai nuovi diritti, al lavoro e all’ambiente.

In conclusione penso che questi segnali di unità siano positivi, ma al contempo credo che attendere l’esito delle elezioni regionali per decidere cosa fare di SeL voglia dire affossare il nostro progetto politico.

mercoledì 15 luglio 2009

Nubifragio a Varese

E' bastata un'ora e mezza di pioggia abbondante per mettere in ginocchio Varese.

Penso che quanto accaduto non sia normale e non sia interamente addebitabile all'eccezionalità dell'evento atmosferico.

Certo dalle prossime ora ci diranno che a Varese in poche ore ci sono state precipatazioni che si riscontrano nell'arco di qualche mese o di un'intera stagione piovosa, ma questo basta a giustificare quanto successo?

Io penso di no. Assolutamente no.

Bisogna imparare ad avere cura del territorio che ci circonda e della natura.

Io non sono un tecnico, ma mi chiedo se i lavori che sono in corso a valle olona, per la tangenziale di Varese, siano corretti.

Come si possono a costruire ponti su di un terreno che cede ad ogni temporale.

Negli ultimi mesi via Peschiera è stata chiusa varie volte al traffico a causa di smottamenti del terreno dovuti ad infiltrazioni idriche.
Tutto questo ci deve far pensare e riflettere.
La tangenziale con i suoi viadotti sarà effettivamente solida o al prossimo temporale dovremo piangere gli automobilisti morti mentre vi transitavano sopra.
Il fiume Olona viene controllato e pulito al fine di evitare le piene come quella accaduta questa mattina.

Aspettiamo risposte, speriamo prima del prossimo temporale.

giovedì 9 luglio 2009

Lettera agli iscritti e simpatizzanti SD della provincia di Varese

Cari compagni e care compagne,

ad un mese dalle elezioni europee il lavoro da svolgere per realizzare il nuovo partito della sinistra italiana si è avviato.

Certamente il primo passo è avvenuto dopo un periodo di riflessione e non è stato così celere come tutti noi avremmo voluto.

Va evidenziato però come fatto indubbiamente positivo che il cammino è cominciato e difficilmente si arresterà.

Dal seminario svoltosi il 3 luglio a Roma, a mio modo di vedere, è emersa una molteplice realtà di Sinistra e Libertà che dipende principalmente da due fatti: in primo luogo si notano ancora delle differenze fra chi proviene da differenti storie politiche e in secondo luogo si rilevano delle diversità territoriali poiché il processo unitario si è avviato in maniera distinta e ha raggiunto un diverso grado di maturazione specifico di ogni territorio.

Preso atto che la fase costituente è iniziata in modo difforme in tutta Italia dobbiamo decidere come procedere in provincia di Varese.

Sinistra Democratica ha come oggetto sociale, fin dalla sua nascita in movimento, quello di formare un partito della Sinistra italiana.

Credo che Sinistra Democratica abbia raggiunto il suo scopo principale e quindi ora debba diventare un tutt’uno con Sinistra e Libertà e lavorare per fare di questo soggetto politico il partito di riferimento della Sinistra in Italia.

In provincia di Varese siamo impegnati già da molto tempo con le varie sinistre nate a livello cittadino, ora dobbiamo aprire una seconda fase del lavoro e darci un primo embrione di organizzazione e struttura.

La base di partenza potrebbe essere quella di nominare dei rappresentanti locali che vadano a formare un coordinamento provinciale provvisorio di SL in attesa del primo congresso.

Penso anche che fino all’elezione di un coordinatore/segretario provinciale vada chiesto a Rocco Cordì, candidato di SL alle europee, di assumere l’incarico di portavoce di SL in provincia di Varese.

Da qui all’autunno dovremmo cominciare anche una campagna di adesione a SL sulla base del documento nazionale del seminario del 3 luglio.

La campagna di adesione ci può essere utile sotto tre aspetti:

1) Far conoscere Sinistra e Libertà;

2) Aver maggior facilità nel 2010 a raccogliere le firme per presentare la lista di SL alle elezioni regionali;

3) Dare un segno di organizzazione all’esterno.

Penso inoltre che avere un soggetto organizzato subito sia utile perché potremmo dare un’alternativa a tutte quelle persone scontente delle politiche democratiche e deluse per un esito congressuale negativo.

Cominciando il cammino costituente immediatamente daremo anche un segnale a Socialisti e Verdi nel senso di spronarli a forgiare la sinistra del futuro dove le diverse storie personali e politiche devono essere viste come una ricchezza di idee e visioni del mondo.

Per concludere penso di rappresentare tutti gli iscritti e simpatizzanti di Sinistra Democratica quando auspico la nostra piena partecipazione in Sinistra e Libertà dando il via a questa nuova avventura.

Luigi Viavattene

domenica 5 luglio 2009

Sinistra e Libertà si faccia partito

Penso che siamo tremendamente in ritardo.

Dalle elezioni europee è passato quasi un mese ed ancora una volta ci troviamo a fare grandi discussioni su come fare per proseguire il percorso unitario.

Credo che si debbe andare avanti, ostinatamente avanti.

Rispetto ad un anno fa la cosa positiva è che il progetto sta andando avanti, lentamente, ma va avanti.

Ora penso che si debba fare un ulteriore sforzo.

I vertici nazionali hanno bisogno di essere spronati dal territorio, dalla base.

Iniziamo subito a costruire il PARTITO DELLA SINISTRA (denominato Sinistra e Libertà o Sinistra Libertà Ambiente).

Entro la fine di luglio bisogna iniziare il tesseramento di questa prima forze, devono essere nominati immediatamente degli organi di coordinamento provvisori e va preparato il primo congresso nazionale.

Dobbiamo costruire la nostra forma di organizzazione e il compito naturalmente non è facile, ma può essere una sfida esaltante.

Dobbiamo individuare anche due o tre temi principali con i qauli caratterizzare questa forza.
Io penso al lavoro (basta precarietà), diritti (diritti civili e di libertà - testamento biologico, legge sul fine vita, procreazione assistita), tema ambientale (nuova mobilità, nuovi sistemi per produrre energia).

Dobbiamo lavorare sodo e molto per arrivare al risultato che noi tutti auspichiamo.

Intervista a Patrizia D'Addario di El Pais