Democrazia e Costituzione
Penso a quello che avviene in questi giorni e al conflitto istituzionale apertosi fra poteri dello Stato ed in particolar modo tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ora non voglio addentrarmi sul caso di Eluana Englaro e sul conseguente dibattito apertosi in seno alla politica ed alla società civile.
Le scelte della famiglia di Eluana sono personalissime. La politica e la chiesa dovrebbero avere la forza di fare un passo indietro rispettando, in doveroso silenzio, la tragedia di una famiglia le cui decisioni, certamente, non sono state prese a cuor leggero.
Il fatto gravissimo e da sottolineare in questa vicenda è il disprezzo mostrato dal Presidente dell’Esecutivo nei confronti delle istituzioni e di tutte le regole e convenzioni costituzionali.
Ci sono delle regole e norme costituzionali a cui bisogna conformarsi. Berlusconi crede che avendo vinto le elezioni gli sia permesso tutto, ma non è così. In una democrazia matura il vincitore cerca sempre il confronto con l’altra parte perché le regole non possono essere fatte su misura per uno solo. In una democrazia matura non si usa la forza parlamentare per approvare leggi e riforme varie, più o meno giuste, più o meno utili al paese, a colpi di maggioranza e di voti di fiducia. In una democrazia matura, diversamente da quello che accade oggi in Italia, si cerca sempre il dialogo con l’opposizione, si ricercano intese su alcuni temi specifici e di maggiore rilevanza. Questi accordi maggioranza-opposizione però non devono essere dei meri accordi consociativi e di scambio fra i poteri forti.
Se Berlusconi non capisce questo si passerà dal sistema attuale della democrazia rappresentativa, dove le regole e le convenzioni costituzionali hanno creato un impianto capace di compensare le diverse forze dei poteri dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, ad una dittatura della maggioranza.
Basterà vincere le elezioni, anche con un solo voto di scarto, per poter far approvare le peggiori norme. E poi? Finito il quinquennio legislativo ed eletta una nuova maggioranza cosa accadrebbe? Il nuovo potere spazzerebbe via tutte le leggi fatte precedentemente per sostituirle con le sue, di certo le migliori.
Un sistema politico amministrativo di questo genere sarebbe dannoso per il paese perché non garantirebbe una continuità nelle leggi e nella gestione politica.
Berlusconi pensa, l’ha dichiarato sabato 7 febbraio 2009, di cambiare la nostra Costituzione, la carta fondamentale dello stato, quella votata e scritta all’indomani della dittatura fascista e pensata proprio per non ripiombare in un nuovo sistema totalitario. Pensa di stravolgere le regole riscrivendo la costituzione in modo favorevole a lui e al regime che intende imporre.
Il pericolo, infatti, è sotto gli occhi di tutti ed è quello di giungere, nell’arco di qualche mese o anno, ad un sistema dittatoriale nel quale il padre-padrone dell’Italia sarà Berlusconi.
La maggior parte dell’informazione si trova già nelle mani di una sola parte politica e in parlamento non esiste e non si fa, se non in minima parte, un’opposizione seria a quest’arrogante maggioranza.
Dobbiamo vigilare e continuare a stare attenti a tutte le derive autoritarie che questo Governo potrebbe avere da oggi in avanti.
Penso a quello che avviene in questi giorni e al conflitto istituzionale apertosi fra poteri dello Stato ed in particolar modo tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ora non voglio addentrarmi sul caso di Eluana Englaro e sul conseguente dibattito apertosi in seno alla politica ed alla società civile.
Le scelte della famiglia di Eluana sono personalissime. La politica e la chiesa dovrebbero avere la forza di fare un passo indietro rispettando, in doveroso silenzio, la tragedia di una famiglia le cui decisioni, certamente, non sono state prese a cuor leggero.
Il fatto gravissimo e da sottolineare in questa vicenda è il disprezzo mostrato dal Presidente dell’Esecutivo nei confronti delle istituzioni e di tutte le regole e convenzioni costituzionali.
Ci sono delle regole e norme costituzionali a cui bisogna conformarsi. Berlusconi crede che avendo vinto le elezioni gli sia permesso tutto, ma non è così. In una democrazia matura il vincitore cerca sempre il confronto con l’altra parte perché le regole non possono essere fatte su misura per uno solo. In una democrazia matura non si usa la forza parlamentare per approvare leggi e riforme varie, più o meno giuste, più o meno utili al paese, a colpi di maggioranza e di voti di fiducia. In una democrazia matura, diversamente da quello che accade oggi in Italia, si cerca sempre il dialogo con l’opposizione, si ricercano intese su alcuni temi specifici e di maggiore rilevanza. Questi accordi maggioranza-opposizione però non devono essere dei meri accordi consociativi e di scambio fra i poteri forti.
Se Berlusconi non capisce questo si passerà dal sistema attuale della democrazia rappresentativa, dove le regole e le convenzioni costituzionali hanno creato un impianto capace di compensare le diverse forze dei poteri dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, ad una dittatura della maggioranza.
Basterà vincere le elezioni, anche con un solo voto di scarto, per poter far approvare le peggiori norme. E poi? Finito il quinquennio legislativo ed eletta una nuova maggioranza cosa accadrebbe? Il nuovo potere spazzerebbe via tutte le leggi fatte precedentemente per sostituirle con le sue, di certo le migliori.
Un sistema politico amministrativo di questo genere sarebbe dannoso per il paese perché non garantirebbe una continuità nelle leggi e nella gestione politica.
Berlusconi pensa, l’ha dichiarato sabato 7 febbraio 2009, di cambiare la nostra Costituzione, la carta fondamentale dello stato, quella votata e scritta all’indomani della dittatura fascista e pensata proprio per non ripiombare in un nuovo sistema totalitario. Pensa di stravolgere le regole riscrivendo la costituzione in modo favorevole a lui e al regime che intende imporre.
Il pericolo, infatti, è sotto gli occhi di tutti ed è quello di giungere, nell’arco di qualche mese o anno, ad un sistema dittatoriale nel quale il padre-padrone dell’Italia sarà Berlusconi.
La maggior parte dell’informazione si trova già nelle mani di una sola parte politica e in parlamento non esiste e non si fa, se non in minima parte, un’opposizione seria a quest’arrogante maggioranza.
Dobbiamo vigilare e continuare a stare attenti a tutte le derive autoritarie che questo Governo potrebbe avere da oggi in avanti.
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