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sabato 30 aprile 2011

Scuola pubblica

Ieri sera si è tenuta presso la sede di Sinistra Ecologia Libertà di Varese l'incontro pubblico a difesa della scuola pubblica.
All'incontro hanno partecipato circa 30 persone. I presenti erano per la maggior parte docenti o dirigenti della scuola pubblica.
Credo che l'incontro sia stato molto interessante e ricco di prospettivo.

Non ho preso la parola durante la serata, ma durante i vari interventi riflettevo su di un fatto.
Nel 1946, all'indomani della liberazione, il dirigenti della nuova Italia scoprirono che circa il 49% della popolazione era analfabeta. Questo voleva dire che il fascismo per prosperare e per conservare il consenso aveva tenuto la popolazione in uno stato di ignoranza. La scuola era riservata solo alle classi più ricche ed agiate della società, insomma alla classe dirigente che sarebbe andata ad occupare i vari posti di comando.

Oggi con i governi di centrodestra si assiste a qualcosa di spaventosamente simile. 
Berlusconi, Tremonti e la Gelmini, e i poteri forti che stanno dietro a loro, hanno posto in essere lo smantellamento dell'istruzione pubblica.
I minori finanziamenti alla scuola pubblica vogliono dire riduzione della qualità dell'insegnamento per mancanza degli strumenti adatti e riduzione di tutte quelle attività che dovrebbero aiutare i docenti nel loro lavoro e gli studenti nell'apprendimento.
Mentre da una parte si assiste alla distruzione della scuola pubblica dall'altra si nota come le scuole private ricevano dei soldi pubblici.
A Varese per esempio vi è il caso della scuola Bosina (leggi Lega) che riceve 800.000 euro di finanziamento pubblico.
O ancora i buoni scuola istituiti per mandare i propri figli in una scuola privata.
Credo che così facendo si stia scientemente scegliendo la scuola privata, ma finanziata dalla Stato, per impoverire culturalmente una parte della società, la più debole, a tutto vantaggio delle classi più forti.
Infatti, se il sistema scolastico diventa privato, quindi costoso, solo le classi più agiate riusciranno a mandare a scuola i propri figli mentre i più poveri forniranno solo ed esclusivamente la forza lavoro.
Un'idea del genere non è accettabile ed è per questo che bisogna difendere la scuola pubblica dalla primaria fino all'Università.

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